Recensione Star Wars #5 (Panini Comics)

  • Titolo: Star Wars #5
  • Data di uscita: 5/11/2015
  • Autori: Jason Aaron e John Cassaday (Star Wars) Mark Waid, Terry Dodson (Principessa Leia)
  • Edito da: Panini Comics
  • Edizione: 48 pp, colore
  • Prezzo: 2,90€

Trama: In Star Wars, Luke raggiunge Tatooine per cercare nell’eremo di Ben Kenobi informazioni utili per continuare il suo cammino di Jedi; nel frattempo lo spietato cacciatore di taglie Boba Fett finalmente riesce a scoprire il nome di quel ragazzotto biondo e lo ingaggia in combattimento proprio nella casa del vecchio Obi-Wan. Intanto Han e Leia partono in missione col Falcon per trovare la sede per una prossima base ribelle ma, per sfuggire da alcuni caccia TIE, sono costretti a rifugiarsi nella Nebulosa Monsua: un posto che però anche chi è sulle tracce di Han sembra conoscere bene…

In Principessa Leia continua la ricerca dei profughi alderaaniani, questa volta su Espirion mentre la spedizione di Leia scopre che la fuga di notizie proviene dall’interno a causa delle comunicazioni tra la giovane Tace e la sorella Tula, ufficiale imperiale. Leia, pur di liberare Tula, decide di consegnarsi spontaneamente nelle mani dell’Impero…

Commento: Numero di SW davvero molto bello, scritto ottimamente da Aaron che ci rivela un Luke già molto più equilibrato del padre (decide di non attaccare i sabbipodi perché prova rabbia e frustazione e capisce che non sono emozioni jedi); col trucco della granata accecante inoltre Aaron giustifica il fatto che ne “Il Ritorno dello Jedi” Luke sembra non riconoscere Fett in nessuna maniera. Le vicende di Han e Leia, inoltre incuriosiscono molto e le dinamiche tra i due sono scritte ottimamanete. Colori fantastici e disegni buoni ma Cassaday continua a sbagliare almeno un volto a numero.
Principessa Leia prosegue invece in maniera un po’ troppo smielata ma almeno aggiunge un minimo di dinamismo con la consegna di Leia alle forze imperiali: la trama però non parte e non ha più tempo di farlo. Colori davvero stupendo e grafica che, comunque, convince.

VOTO TOTALE: 7.5

Recensione Star Wars: Knights of the Old Republic vol. 5

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  • Titolo: Star Wars: Knights of the Old Republic vol. 5 – Riabilitazione
  • Data di uscita: 29/10/2015
  • Autori: John Jackson Miller, Brian Ching, Bong Dazo, Alan Robinson
  • Edito da: Panini Comics
  • Edizione: 168pp, colore
  • Prezzo: 16,00€

Sinossi [non vi riporto la trama completa perché qua ci sono colpi di scena pesanti!]: Il Padawan fuggitivo Zayne Carrick passa al contrattacco nel tentativo di riabilitare il suo nome e di rivelare al mondo gli oscuri segreti dell’Associazione Jedi, nello scontro finale con il suo ex-maestro Lucien Draay per riabilitare il suo nome dall’infamante accusa di omicidio. Un susseguirsi di colpi di scena che lo porterà da un deposito segreto potentissimi di artefatti Sith fino al centro di potere su Coruscant!

Cosa mi è piaciuto?

La trama: questo è proprio un volume che ha una marcia in più! La riabilitazione del titolo, ovvero quella di Zayne nei confronti degli Jedi, si dipana attraverso antichi artefatti Sith, inganni, indagini, cambiamenti di fronte, epici scontri e rivelazioni da mozzare il fiato. Nonostante il volume risulti quindi molto corposo rispetto al solito, la grande varietà di vicende fa leggere in fretta il volume, nonostante solo un minimo spaesamento iniziale.

Il flashback: la rivelazione più grande su un personaggio fin ad adesso rimasto in secondo piano è accompagnata da un lungo flashback che rivela molto sulla psicologia e le azioni dei personaggi, dando maggior senso all’intera serie. Il flashback è poi inserito nel momento di massima tensione del volume, lasciando quindi il lettore molto “appeso”: strumento giocato benisimo!

I disegni di Brian Ching: affilati, espressivi, ricchi di dettagli: Brian Ching non sorprende confermandosi un vero maestro nel disegnare la Saga!

I feeorin: una razza che mi intriga moltissimo e che qui viene mostrata in tutta la sua grandezza! Rabbiosi ed egocentrici, alti più di due mesi e dotati di lunghi tentacoli sulla testa, i feoorin sono dotati di un particolare metabolismo che li rende più forti man mano che la loro età avanza!

Cosa non mi è piaciuto?

I disegni di Bong Dazo e Alan Robinson: nasoni spropozionati, facce gonfie, stile cartoonesco. Saranno anche miei gusti personali ma questi due stili sono a mio parere inadatti ad una storia come KotOR. Si salvano giusto alcune tavole di combattimenti su Odryn.

Il finale: Allora sotto un certo aspetto il finale è ottimo, perché riesce a chiudere le vicende dei vari protagonisti e antagonisti che si erano aperte fin dal #1 della serie, dando un giusto epilogo sia a Lucien Draay che a Zayne, Gryph e Jarael e financo alle vicende dell’Associazione, lasciando davvero poche questioni aperte se non un finale non certo, ma con i nostri eroi liberi di andare. Ecco sapere però che questo volume non è la fine della serie mi turba un po’: cosa possono inventarsi ora, mi chiedo? Questo finale è così perfetto che vorrei fosse il finale dell’intera serie, e invece non lo è. Ora che la storia partita col #1 si è conclusa davvero molto bene e che Zayne ha ottenuto la sua riabilitazion, temo che il prossimo volume mi sembri un po’ posticcio. Spero però di ricredermi!

VOTO FINALE: 8

Recensione Star Wars: Tempi Oscuri vol. 7

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  • Titolo: Star Wars: Tempi Oscuri vol. 7 – Rimane una scintilla
  • Data di uscita: 29/10/2015
  • Autori: Randy Stradley, Douglas Wheatley
  • Edito da: Panini Comics
  • Edizione: 120 pp, colore, brossurato
  • Prezzo: 13€

Nelle puntate precedenti: Riportando brevemente quanto scritto nell’Iperguida di Marco Ricompensa, facciamo un recap di quanto avvenuto fin’ora nella serie prima di avventurarci nel suo finale. Il Jedi Dass Jennir si è riunito ai suoi ex compagni e amici (tra cui un altro superstite Jedi, Beyghor Sahdett) con cui ha condiviso tante sofferenze fin dalla nascita dell’Impero, quando insieme al fidato nosauriano Bomo Greenbark aveva guidato l’ultima resistenza su New Plympto per salvare la popolazione locale (tra cui la moglie e la figlia di Bomo). La famiglia del nosauriano viene però venduta agli schiavisti dagli imperiali e madre e figlia muoiono tragicamente. Tutti sulla Uhumele hanno subito dei lutti a causa dell’Impero e di Fener ma, fra tutti, l’unico che ha qualcosa da perdere è proprio Jennir, la cui fedeltà ai princìpi Jedi aveva vacillato in seguito alle traversie generate dall’Ordine 66: Jennir ha sempre cercato di fare la cosa giusta ma si è arreso davanti all’enormità della tragedia che ha colpito la galassia. Ora è un uomo nuovo, e ha appena salvato l’amata Ember che era stata rapita da un cacciatore di taglie ingaggiato di uccidere Jennir per vendicare la morte del carnefice della figlia di Bomo. Questo cacciatore di taglie, Falco Sang, viene ora addestrato da Darth Vader per farlo diventare la sua arma personale nella crociata anti Jedi.

Trama: Insieme agli amici della Uhumele e a un nuovo compagno Jedi, Dass Jennir viene coinvolto in una trama per eliminare il braccio destro dell’Imperatore, Dart Fener. Un piano infallibile che offrirà all’Oscuro Signore dei Sith qualcosa a cui non riuscirà a resistere: degli Jedi! Jennir riesce dapprima a sventare un complotto ordito da quello che sembra essere un alleato e in seguito redime il suo compagno Jedi, il maestro Hudorra, che aveva abbandonato le vie dei Jedi in seguito all’ordine 66 (per darsi al gioco d’azzardo), in questo scontro finale “a distanza” con il Signore Oscuro, in cui tutto l’equipaggio della Uhumele collabora in maniera corale alla riuscita del piano: sia coloro che non hanno più niente da perdere, sia Jennir e la sua amata Ember… Quale sarà il destino dei nostri eroi? Chi riuscirà a fuggire e chi invece perirà per il bene della galassia? Rimarrà ancora una scintilla dei jedi?

Cosa mi è piaciuto?

I dubbi morali: Le scelte morali sono il grande perno attorno al quale ruota gran parte del fumetto. Jennir che deve scegliere tra il bene della galassia e l’amore per Ember, Hudorra che capisce cosa è giusto fare, l’equipaggio delle Uhumele che nonostante le basse probabilità di riuscita decide di imbarcarsi comunque nella missione, le azioni del jedi Sahdett…

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L’Impero e Darth Vader: minaccioso, letale, spietato: in tutte le sue sfaccettature sembra proprio che l’Impero circondi metaforicamente e realmente i nostri protagonisti e i loro destini.

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Cosa non mi è piaciuto?

Niente di particolare da segnalare: i disegni sono efficaci e precisi ma non eccelsi, e cadono leggermente sulle scene più movimentate… Anche la ripetizione di alcune tavole tra inizio e fine è una scelta che non ho proprio apprezzato moltissimo, anche se ho compreso.
Segnalo un piccolo errore di traduzione perché ho letto “detonatori termali” invece di “detonatori termici”, non siamo mica a fare una sauna!

VOTO FINALE: 7.5

Recensione Darth Vader #3 (Panini Comics)

  • Titolo: Darth Vader #3
  • Data di uscita: 29/10/2015
  • Autori: Kieron Gillen e Salvador Larroca (Darth Vader), Greg Weisman e Pepe Larraz(Kanan: L’ultimo padawan)
  • Edito da: Panini Comics
  • Edizione: 48 pp, colore
  • Prezzo: 2,90€

Trama: In Darth Vader vediamo il signore oscuro dei Sith cercare i “servizi” della Dottoressa Aphra, un’esperta archeologa risoluta e senza morale, che viene incaricata di trovare dei droidi da battaglia che possano servire alle ricerche personali di Vader. Aphra, che cita anche Indiana Jones (in una versione un po’ più violenta) riferendosi ad una matrice di comportamento per droidi assassini affermando “Questa dovrebbe stare in una armeria!”, attiva anche due nuovi droidi, che sono la controprte malvagia di C-3PO e R2-D2: da un lato abbiamo il droide protocollare assassino 0-0-0 e dall’altro il droide blastomeccanico BT-1. Il primo è un “droide protocollare; specializzato in etichetta, usanze, traduzioni e torture”; il secondo invece ha una copertura da droide astromeccanico che nasconde un droide assassino specializzato e completamente omicida.

In Kanan, seguiamo la fuga del padawan Caleb Dume, il futuro Kanan della serie animata Rebels, dai soldati cloni che stanno eseguendo l’ordine 66. Dopo giorni da fuggitivo, Caleb riesce a trovare ospitalità grazie al pirata Janus Kasmir che gli spiega che, per vivere nella Galassia vera, deve “Mentire, imbrogliare, rubare, sopravvivere”. Caleb però non si dà per vinto e, alla fine del numero, decide di tornare a Coruscant rubando la nave di Kasmir, solo per scoprire di essere passato dalla padella alla brace.

Commento: il numero mi è piaciuto molto. Vader raggiunge vette dark ma ironiche altissime, definendo bene tutti questi malvagi e sempre mantenendo un’alta qualità di disegni e colori (un’unica pecca potrebbero essere le ombre ma vabbé). Kanan l’ho apprezzato molto per la lunga narrazione introspettiva che ci accompagna per tutto il numero, facendoci davvero entrare nella testa di Caleb: i disegni risultano molto dinamici e frenetici nella prima parte, mentre nella seconda risultano più dettagliati.

VOTO TOTALE: 8.5

#FlashbackFriday – Guerre Stellari #3 (Mondadori)

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  • Titolo: Guerre Stellari #3
  • Data di uscita: Gennaio 1979
  • Autori: Roy Thomas, Howard Chaykin
  • Edito da: Mondadori
  • Edizione: 40 pp, colore
  • Prezzo: 350 lire – attualmente valutato tra i 5 e i 10€

Trama:  In questo #3 i nostri eroi riescono finalmente a sfuggire dalla Morte Nera a bordo del Millenium Falcon e, raggiunta la base ribelle sulla quarta luna del pianeta Yavin, sferrano l’attacco alla distruttiva arma dell’Impero a bordo di semplici caccia monposto. Nonostante la discesa in campo di Darth Vader e dei minacciosi caccia TIE dell’Impero, i nostri, anche grazie al prezioso aiuto di Ian Solo (tornato nonostante le sue sembianze di semplice mercenario). Al termine del numero i nostri eroi vengono premiati dalla Principessa Leila nelle rovine degli antichi templi di Yavin.

Commento: Un gran bel numero ricco di azione ma nel complesso facile da seguire: Chaykin si supera con alcune tavole a intera pagina veramente magistrali e anche la colorazione, sempre nel suo stile vintage, è migliore che negli altri numeri. Ho dunque apprezzato molto le scene spaziali e movimentate! Piccola nota di demerito verso l’adattamento italiano: Luke e la sua squadriglia sono improvvisamente passati dall’essere la Squadriglia Rossa ad essere la Suqadriglia Oro (e conseguentemente Luke è Oro 5); non è un semplice errore di traduzione visto che i membri della squadriglia oro interagiscono con un’altra squadriglia rossa!! Vabbè, sono cose che succedono…

Aggiungo che, come annunciato a Prato Comics, questi primi tre numeri italiani saranno ripubblicati a novembre da Panini Comics in edizione restaurata e ricolorata e ritradotta (per fortuna), mentre sono già disponibili nella loro versione anni ’70 nel primo Star Wars Omnibus: Tanto tempo fa…!

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#FlashbackFriday – Guerre Stellari #2 (Mondadori)

Per farmi perdonare dall’assenza di venerdì scorso, per la quale dovete incolpare la BETA di Star Wars: Battlefront che ha impegnato i miei pochi momenti liberi, la rubrica #FlashbackFriday torna oggi e tornerà anche settimana prossima, per poi riprendere la pubblicazione bisettimanale che avevo in mente. Il secondo motivo è da ritrovare nei vari slittamenti delle pubblicazioni da parte di Panini Comics…

Ma veniamo a noi: avevamo lasciato i nostri eroi mentre fuggivano dal blocco di Tatooine per entrare, a bordo del Millenium Falcon, nell’iperspazio; col #2 della collana la storia continua a seguire quella del film.

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  • Titolo: Guerre Stellari #2
  • Data di uscita: Dicembre 1977
  • Autori: Roy Thomas, Howard Chaykin
  • Edito da: Mondadori
  • Edizione: 40 pp, colore
  • Prezzo: 350 lire – attualmente valutato tra i 5 e i 10€

Trama:  In questo #2 i nostri eroi raggiungono il pianeta Alderaan o meglio, quello che rimane della sua distruzione da parte della Morte Nera. Catturati sulla stazione spaziale, il gruppo andrà a salvare la principessa Leia mentre Ben Kenobi penserà a spegnere il raggio traente: il vecchio maestro Jedi viene però sopreso dal signore dei Sith Dart Fener e, nel duello, si unisce alla Forza. I nostri riescono a scappare ma Luke è ormai sconvolto…

Commento: Il numero fila anche meglio del #1, le vignette sono meno incasinate e la traduzione sembra migliore e più fedele all’adattamento cinematografico (rimane sempre “wuki” ma vabbé). Mi sono piaciuti molto i volti in questo numero, spesso colti in espressioni sgomente e davvero molto pulp. Le vignette risultano anche meno statiche a mio parere: è insomma un numero molto moderno ma ovviamente dotato di un tratto ed una colorazione molto anni ’70.

Aggiungo che, come annunciato a Prato Comics, questi primi tre numeri italiani saranno ripubblicati a novembre da Panini Comics in edizione restaurata e ricolorata (sono già disponibili nella loro versione anni ’70 nel primo Star Wars Omnibus: Tanto tempo fa…)!

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Recensione Star Wars #4 (Panini Comics)

  • Titolo: Star Wars #4
  • Data di uscita: 8/10/2015
  • Autori: Jason Aaron e John Cassaday (Star Wars), Mark Waid e Terry Dodson (Princess Leia)
  • Edito da: Panini Comics
  • Edizione: 48 pp, colore
  • Prezzo: 2,90€

Trama: In Star Wars vediamo il Signore dei Sith Darth Vader trattare, su Tatooine, con il viscido Jabba the Hutt per ripristinare una nuova e sicura fonte di materie prime dopo gli ultimi attacchi ribelli. Sempre sul pianeta sabbioso una donna misteriosa si mette alla ricerca di Han Solo, tenendo testa ad un gruppo di cacciatori di taglie rodiani. Nel frattempo, a bordo della flotta dell’Alleanza, Luke si rende conto di non essere ancora un Jedi e, cercando di trovare la sua strada, decide di tornare al punto di partenza: Tatooine!

La vicenda di Principessa Leia #3 ci porta invece su Sullust, con Leia ed Evaan alla ricerca di altri profughi. Sul pianeta d’origine di Nien Nunb gli alderaaniani si sono organizzati in una sistema di grotte sotterranee e con un elevato grado di sicurezza attorno ad essi. L’arrivo di Leia porta scompiglio e diffidenza, soprattutto quando un incrociatore Imperiale arriva in orbita attorno al pianeta, attirato dai messaggi che una dei profughi di Naboo invia alla sorella, ufficiale di plancia su uno Star Destroyer. Alla fine della vicenda a Leia viene restituita l’autorità che ha di diritto mentre si decide di smascherare questa “spia”.

Commento: Numero molto migliore di quello precedente: SW si contraddistingue da tavole dai colori splendidi (come già mostra la cover A) e da una speciale attenzione per Vader che mi è molto piaciuta. Inoltre ha un finale davvero fantastico che porterà ad uno scontro veramente nuovo e che non vedo l’ora di leggere… PL continua discretamente, senza eccellere ma dando interessanti spunti di riflessione riguardo alla vicenda dei profughi alderaaniani: i disegni mi piacciono per la loro particolarità sopratutto nei primi piani e meno nelle visioni d’insieme.

VOTO TOTALE: 8

Recensione Smuggler’s Run: A Han Solo & Chewbacca Adventure (Disney Press)

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  • Titolo: Smuggler’s Run: A Han Solo & Chewbacca Adventure
  • Data di uscita USA: 4/9/2015
  • Autore: Greg Rucka, illustrazioni di Phil Noto
  • Edito da: Disney Press
  • Edizione: 192 pagine, copertina rigida
  • Prezzo: 13$ cartacea/9,46$ digitale su Amazon

Un altro titolo parte della Journey to Star Wars: The Force Awakens, recensito per voi!

Trama: Come nel caso di  The Weapon of a Jedianche qui la vicenda viene narrata all’interno di una cornice ambientata in un pianeta non specificato in un periodo non specifcato del Post-Endor: il narratore è un vecchio uomo che, in un bar, racconta ad un gruppo di bulletti una stria riguardante il Millenium Falcon

Han e Chewbacca vengono incaricati dalla Principessa Leia di salvare un esploratore Ribelle, una dele figure incaricate di scovare un posto dove l’Alleanza possa stabilirsi e dunque una delle poche persone nella Galassia a sapere dove si trova la Ribellione ma soprattutto dove si troverà. La squadra di questo giovane uomo, tale Ematt, si è suicidata pur di farlo scappare ma ora lui si trova bloccato su Cyrkon dove, grazie anche all’aiuto della barista e pilota Delia, proprietaria del bar astronave Miss Fortune, riusciranno a scappare e a fuggire dal Alecia Beck, l’ufficiale dell’Imperial Security Bureau che stava investigando su Ematt e Han.

SPOILER: Nel finale, si scoprirà che l’anziano uomo che ha narrato la storia, non è altro che il protagonista della stessa: Han Solo! Han dissuaderà quei piccoli criminali dal cercare il Millenium Falcon e, insieme al fido Chewbacca, tornerà a bersi un drink nel bar, che si scoprirà essere ancora la Miss Fortune: sembra proprio, dunque, che Han non sia a bracetto con Leia!

Cosa mi è piaciuto?

Il rapporto Han/Chewie: Molto fedele ai film, Rucka dipinge una coppia molto ben affiatata, fatta di gag, ruggiti e guaiti, parole semplicemente intese: la nostra coppia di canaglie funziona benissimo per tutta la durata del romanzo.

Le luci che getta su TFA: Han ha davvero abbandonato il Falcon? Perché non si trova con la Nuova Repubblica ma sembra proprio un cliente fisso della Serendipity (il nuovo nome della Miss Fortune)? C’è qualcosa tra Han e la proprietaria Delia? Lo scopriremo solo il 16 dicembre! Alecia Beck potrebbe tornare?

I personaggi secondari: A causa della lunghezza del libro hanno poco spazio, ma risultano abbastanza interessanti

Cosa non mi è piaciuto?

La trama: Nel complesso il romanzo mi ha convinto ma senza prendermi: una trama non particolare, senza colpi di scena, e con giusto qualche spunto interessante per Il Risveglio della Forza… Trovo che, se Rucka si fosse potuto lasciare andare di più come lunghezza della vicenda, si sarebbe potuto apprezzare meglio il suo talento che invece, così, resta un po’ troppo ingabbiato.

VOTO COMPLESSIVO: 6.5

A questo indirizzo potete inoltre vedere un piccolo video a cartoni animati che ripercorre in poco più di due minuti la vicenda del romanzo: i video sono disponibili sul sito della Nestlé attraverso dei codici da recuperare sulle confezioni.

Recensione – The Weapon of a Jedi: A Luke Skywalker Adventure (Disney Press)

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  • Titolo: The Weapon of a Jedi: A Luke Skywalker Adventure
  • Data di uscita USA: 4/9/2015
  • Autore: Jason Fry, illustrazioni di Phil Noto
  • Edito da: Disney Press
  • Edizione: 192 pagine, copertina rigida
  • Prezzo: 13$ cartacea/9,46$ digitale su Amazon

Trama: La vicenda è inquadrata in una cornice di tempo ambientata dopo la Battaglia di Endor, in cui una giovane pilota chiede a C-3PO (già con il famoso braccio rosso) di raccontarle una storia riguardante Luke Skywalker, ma non una conosciuta da tutti… In seguito alla distruzione della Morte Nera nella Battaglia di Yavin, Luke Skywalker viene assegnato ad nuova missione in compagnia dei soli droidi C-3PO e R2-D2: tuttavia, una serie di visioni e di sensazioni lo portano invece su Devaron, dove si trova un antico tempio Jedi che Luke cercherà di visitare. Una volta raggiunto il tempio, grazie all’aiuto e alla guida di un ricettatore di rottami e oggetti storici dalle losche intenzioni, Luke si allenerà per imparare a farsi guidare dalla Forza. Nel finale, il giovane Skywalker avrà il suo primo vero combattimento con la sua spada laser: prima con delle truppe imperiali e poi con la sua stessa guida!

Cosa mi è piaciuto?

Luke e la Forza: Da un lato abbiamo il Luke naive de Una Nuova Speranza, affascinato dalla mitologia Jedi e della Forza ma senza comprenderla a pieno; dall’altro abbiamo il campo di energia mistica che tutti conosciamo, che resta dunque in una dimensione estremamente spiriturale e non scientifica. Finalmente la voce di Ben Kenobi torna ad accompagnare il ragazzo e ad aiutarlo nei momenti critici del suo allenamento.

La new entry: AVVISO CHE QUESTO PARAGRAFO CONTIENE SPOILER SU IL RISVEGLIO DELLA FORZA. La guida che accompagna Luke nei boschi di Devaron è uno scavenger di nostra conoscenza… Nessun vecchio personaggio che ritorna in questo romanzo ma, bensì, un personaggio visto in qualche trailer, foto, action figure e nel libro da colorare de Il Risveglio della Forza. Il suo nome è Sarco Plank e questa è qualche sua immagine:

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Mi incuriosisce molto quindi come Sarco potrà inserirsi nel nuovo film, dal momento che in questo romanzo conosce Luke e scopre la sua eredità Jedi… Che sia lui il possessore della lightsaber perduta su cui tanto sembra girare l’incipit del film?

Un altro riferimento a The Force Awakens è la possibilità che il rifugio di Luke sia proprio il tempio jedi di Devaron ma non mi pare che la descrizione non coincida con le foto di Skellig Michael, dove si dice siano state girate le scene di Luke…

Cosa non mi è piaciuto?

La ripetitività: il romanzo è scritto bene, per quanto semplice, ma è sicuramente troppo ripetitivo nelle sequenze di allenamento di Luke. Nel complesso però fila veloce in un pomeriggio circa o in un paio di giorni di lettura visto che è destinato ad un pubblico tra i 10 e i 14 anni.

VOTO COMPLESSIVO: 7.5

Recensione – Star Wars: Lost Stars (Disney Lucasfilm Press)

Lost-StarsQuando erano uscite le sinossi dei romanzi parte del progetto Journey to Star Wars: The Force Awakens non ero sicuro che Lost Stars mi sarebbe piaciuto: il dipingerlo come “Romeo e Giulietta ambientato nella Galassia di Star Wars” o l’etichetta di romanzo Young-Adult associata ad una storia d’amore, che pareva ricalcare i grandi successi di questi ultimi anni (Twilight prima di tutti ma poi Divergenti, Shadowhunters, Maze Runner…), mi aveva fatto un po’ insospettire.

Poi però è arrivato il Force Friday, e con questo anche i nuovi romanzi: Aftermath è stato subito il primo su cui buttarsi perché è sicuramente il più collegato al nuovo film e quello che apriva maggiori finestre sul post-Endor; il secondo romanzo su cui mi sono lanciato è stato invece proprio Lost Stars.

Dopo averlo divorato in pochi giorni, il romanzo mi ha lasciato positivamente sopreso, colpendomi nel profondo come raramente era accaduto: Lost Stars è sicuramente il romanzo di Star Wars di cui tutti dovremmo parlare ed è attualmente al primo posto su Amazon nella categoria “Young-Adult”.

Ecco quindi una mia recensione di quello che, a mio parere, è il miglior romanzo del Nuovo Canone (e sicuramente uno dei migliori della storia della narrativa di Star Wars).

  • Titolo: Star Wars: Lost Stars
  • Data di uscita USA: 4/9/2015
  • Autore: Claudia Gray
  • Edito da: Disney Lucasfilm Press
  • Edizione: 348 pp, copertina rigida
  • Prezzo: 18$ cartacea/13,00$ digitale

Trama: Il regno dell’Impero Galattico ha raggiunto il pianeta dell’Orlo Esterno Jelucan, dove Thane Kyrell, ricco abitante della città alta, e la povera contadina della valle Ciena Ree stringono un’amicizia fortissima grazie al loro amore per il volo. Gli anni successivi sono dedicati a studi intensi ed allenamenti da pilota che li portano a diventare una coppia imbattibile, come se fossero una persona sola ai comandi.

Essere dunque ammessi alla Reale Accademia Imperiale di Coruscant per diventare ufficiali glorioso Impero è un sogno che diventa realtà per entrambi: lì i due continuano ad essere i migliori della loro classe e mentre loro crescono la loro amicia inizia a evolvere verso qualcosa di più. Quando vengono poi assegnati ai loro compiti, una volta diplomati, i due sanno che faranno di tutto per vedersi il più spesso possibile, compatibilmente agli impegni di Thane come pilota di caccia TIE sulla Morte Nera e a quelli di Ciena come ufficiale di plancia sullo Star Destroyer Devastator.

Il sogno di Thane si guasta però in seguito alla distruzione di Alderaan e quando vede di prima persona le terribili tattiche utilizzate dall’Impero per mantenere il suo pugno di ferro. Ciena invece, per quanto scossa, è legata da un vincolo d’onore e, nonostante tutti i suoi dubbi, confida ancora nella bontà della macchina militare e governativa di Palpatine.

Amareggiato e disilluso, Thane si unisce alle neonata Ribellione, mettendo così Ciena nell’insopportabile posizione di dover scegliere tra la sua lealtà verso l’Impero e l’amore per l’uomo che conosce da quando era bambina.

Ora su fronti opposti della guerra, questi amici diventati continueranno ad inseguirsi e a ritrovarsi sia nelle più importanti battaglie viste nella Trilogia Originale, sia in alcuni momenti più intimi tra loro due, finché Ciena non si renderà definitivamente conto della malvagità dell’Impero, quando ormai però è troppo tardi ed è stata nominata Capitano dello Star Destroyer Inflictor.

SPOILER SUL FINALE

Il ricongiungimento finale avverrà su Jakku, nella tremenda battaglia che vedrà un certo Star Destroyer scontrarsi sul pianeta: Ciena sarà catturata come criminale di guerra ma Thane le offre di rivelare le sue informazioni di intelligence sull’Impero per uscire più in fretta; Ciena rifiuta, perché non può tradire il suo patto di leatà contro l’Impero ma, allo stesso tempo, Thane le fa capire che le resterà sempre vicino. Considerata morta dagli altri imperiali, Ciena diventa invece un modello di lealtà e di sacrificio per le forze dell’Impero che si stanno riorganizzando in segreto…

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[Non credo di riuscire a distinguere in maniera ordinata le cose che mi sono piaciute e quelle che non ho apprezzato di questo romanzo perché, insomma, il romanzo mi è piaciuto praticamente tutto. Come metodo di recensione allora opterò per un commento più discorsivo].

Commento: Lost Stars ha tutto quello che si potrebbe desiderare, secondo me, da un romanzo di Star Wars. I due protagonisti provengono da un pianeta nuovo e appartengono a due diverse culture conviventi sul pianeta stesso: i contadini della valle a cui appartiene Ciena sono persone umili e il cui sommo valore è l’onore; gli abitanti della città come Thane sono invece più pragmatici e meno “onorevoli”. Nonostante queste differenze la loro passione li unisce, superando qualsiasi barriera culturale, anche grazie alla spinta data da un casuale incontro con un bonario Tarkin nel giorno di annessione di Jelucan all’Impero: fin dalle prime pagine, infatti, siamo spinti a pensare in maniera diversa da quella a cui siamo abituati, a rivoltare i nostri schemi mentali. In quest’ottica si inserisce, appunto, l’incontro con Tarkin, che soprende i due bambini ad azzuffarsi per entrare ad esplorare una navetta classe Lambda; invece di punirli, Tarkin li premia e li onora con belle parole, rafforzando la loro decisione di servire il glorioso Impero.

Il periodo dell’Accademia Imperiale è ricco di vitalità, come ci si può aspettare da un gruppo di ragazzi nel pieno dell’adolescenza: i compagni e le compagne di stanza dei protagonisti sono ben tratteggiati nella loro psicologia e mai stereotipati. I ragazzi sono presentati in tutte le loro turbe sentimentali ed emozionali e nelle difficoltà fisiche e psicologiche per eccellere nei corsi e nell’infrangere qualche regola: grazie e Lost Stars, dunque, abbiamo una vista unica su cosa succede dentro le accademie imperiali a questi ragazzi che sono, nonostante la carriera che hanno scelto, ragazzi normali.

Gli aspetti delle due culture sono poi esplorati durante tutta la vicenda del romanzo che, nella sua seconda metà (nella prima narra dell’infanzia dei protagonisti e del loro periodo nell’Accademia) segue passo passo i momenti salienti della Trilogia Originale, in cui scopriamo che i protagonisti hanno avuto un ruolo secondario ma di cui, vedendo i film, eravamo a conoscenza dell’esistenza. Un esempio? Il raggio traente che cattura la Tantive IV all’inizio de Una Nuova Speranza viene attivato da Ciena; Thane è a bordo di uno dei piloti di snowspeeder alla battaglia di Hoth.

blockade runner

Cardine fondamentale del libro è sicuramente la storia d’amore tra Thane e Ciena: questa non risulta mai scontata ma sempre molto viva e reale; il sentimento prova e riesce a farsi strada attraverso i gusci di lealtà e regole con cui la formazione all’accademia ha avvolto i ragazzi. Nonostante le posizioni diverse sulla condotta dell’Impero, il legame tra Thane e Ciena risulta essere sempre più forte e, quando ci sarà bisogno, Ciena riuscirà a mettere davanti alla sua lealtà verso l’Impero, quella che ha verso Thane. L’autrice Claudia Gray, inoltre, riesce a non cadere né in sentimentalismi esagerati, mantenendo sempre una narrazione in terza persona e introspettiva al punto giusto, né in cliché scontati come quello di un triangolo amoroso, totalmente assente nel romanzo. Quella del romanzo è una storia sicuramente appassionante, in grado di catturare il lettore di qualsiasi età e di qualsiasi sesso e non manca di momenti di crisi o di passione estrema.

Come inoltre già fatto nelle parti dell’Accademia, l’autrice ci consegna una visione unica sui sentimenti e i pensieri degli ufficiali imperiali durante la Guerra Civile: la distruzione di Alderaan e la sconfitta di Yavin provocano nei giovani ufficiali reazioni costranti, tra chi piange per i compagni morti sulla Morte Nera, chi giustifica l’atto di distruzione planetaria dell’Impero come deterrente per una guerra che è scoppiata lo stesso, chi invece capisce perfettamente che l’Impero non merita la sua lealtà. Significativa, sotto questo aspetto, la vicenda di Nash Windrider, compagno di stanza di Thane e amico di Ciena, alderaaniano, che si chiude in un bozzolo di lavoro e di odio per rimanere saldo nella sua posizione nella Marina Imperiale.

In questo senso si inserisce un’altra nota positiva: la mancanza di un antagonista. È chiaro a tutti che l’Impero è la forza malvagia attorno a questa vicenda di stelle, tramonti e amore ma non c’è mai un antagonista ben definito della vicenda, nessuno che in prima persona si opponga all’amore dei due protagonisti. Siamo catapultati, dunque, nell’osservazione di due diverse realtà e di due diversi punti di vista: quello imperiale e quello dei Ribelli.

Proprio all’Alleanza Ribelle si deve il cambiamento principale nel carattere di Thane: il ragazzo è sempre stato particolarmente cinico nei confronti della vita e particolarmente indisponente con qualsiasi figura autoritaria, e questo a causa del suo traumatico rapporto coi genitori. Progressivamente, sia a causa dello shock provocato dalle atrocità imperiali, sia grazie al tempo passato con i volontari ribelli, Thane capisce che c’è del buono nella Galassia, che la si può cambiare realmente, che i vertici dell’Alleanza sono leader onesti e di cui ci si può fidare.

Se devo trovare una pecca è il finale, un po’ scialbo e che non fornisce altri dettagli sulla vita di Thane e Ciena: cosa è successo un anno o due anni dopo la battaglia di Jakku? Che fine hanno fatto? Sono ancora insieme? Sono tutte domande la cui risposta è semplicemente accennata (io credo che siano risposte positive ma è la mia impressione) ma mai esplicitata nelle ultime pagine: mi sarei aspettato un epilogo “Due anni dopo…”.

Venendo allo stile di scrittura, la Gray ci consegna un romanzo molto ben scritto, con descrizioni lunghe e precise senza mai esagerare o annoiare, con ottimi momenti di introspezione psicologica e dialoghi di alto livello. Il suo pregio principale? Riuscire a trasmettere fedelmente le emozioni e i sentimenti dei personaggi: se avete un debole per le storie d’amore è probabile che qualche lacrima vi scenderà.

Per concludere, Lost Stars, è un must-read tra i nuovi romanzi di Star Wars: è un’occasione per ripercorrere la Trilogia Originale attraverso due diversi punti di vista, attraverso un’amore vero e passionale e un legame più forte della vita stessa dei personaggi. La sua classificazione come romanzo Young-Adult non deve spaventare nessuno perché il romanzo piacerà a persone di qualsiasi età grazie alla sua richezza in termini di contenuto, riflessioni, vicende ed emozioni.

Quello che più di tutto eleva il romanzo è l’importane contenuto morale, la riflessione sulla normalità delle persone che servono sotto l’Impero; per citare Hannah Arendt:

Le azioni erano mostruose, ma chi le fece era pressoché normale, né demoniaco né mostruoso. [La banalità del male – Hannah Arendt]

VOTO COMPLESSIVO: 9.5