Recensione Star Wars: Boba Fett – Morte, Bugie e Tradimenti

Boba Fett Morte Bugie Tradimenti cover

  • Titolo: Star Wars: Boba Fett – Morte, Bugie e Tradimenti
  • Data di uscita: Novembre 1998
  • Autori: John Wagner, Cam Kennedy
  • Edito da: Magic Press
  • Edizione: 120 pp, colore
  • Prezzo: lire 14.000, attualmentente valutato tra i 10 e i 15€

Il volume Boba Fett: Death, Lies and Treachery, è probabilmente quello che meglio esplora la figura del più amato cacciatore di taglie della Galassia. Dopo la tragicomica morte del personaggio ne Il Ritorno dello Jedi, Fett era stato resuscitato da Tom Veitch nella serie Dark Empire (uscita in Italia prima in tre volumi per News Market, col titolo L’Ombra dell’Impero, e poi col titolo Il Lato Oscuro della Forza per la Magic Press in volume unico), che gettava le basi per l’universo fumettistico post-Endor. Il disegnatore di Dark Empire, Cam Kennedy, ritorna a illustrare questa trilogia di avventure one-shot scritte da John Wagner le quali, finalmente, portano Boba Fett ad ottenere quell’aura leggendaria che tutti si aspettavano dalla sua misteriosa figura.

Trama: Boba Fett è assoldato per una serie di nuove missioni nell’orlo esterno da Gorga de’Hutt: il criminale infatti assolda il cacciatore di taglie per uccidere Bar-Kooda, un pirata spaziale che aveva fatto un torto al futuro suocero dell’Hutt, che Gorga vuole appunto ingraziarsi. La morte di Bar-Kooda però metterà suo fratello Ry sulle tracce del mandaloriano, mentre questo invece sarà incaricato da Gorga di salvare sua moglie dai predoni che l’hanno rapita. L’ultima avventura vede Fett impegnato da Gorga ad uccidere suo suocero, ma prima se la dovrà vedere perl’ultima volta col ferocissimi e redivivo Ry-Kooda.

Cosa mi è piaciuto?

Fett: Il cacciatore di taglie ottiene qui tutto lo spazio che merita: è temuto in ogni dove, letale e spietato, con ingaggi altissimi perché ovviamente è il migliore in quello che fa. Notevole anche l’attenzione mostrata verso il lato più cerebrale di Fett: non solo letale con le pistole ma anche altrettanto con la testa e il ragionamento.

L’atmosfera: Wagner ci consegna un Orlo Esterno molto simile al Far West, ricco di figure strambe e di una sana dose di ironia ma, soprattuto, di violenza e crimine.

Cosa non mi è piaciuto?

Disegni e colori: sono sicuro che questa sia una mia pecca e che tanti intenditori del fumetto USA non ameranno le mie parole, ma questa è solo, ricordo, la mia personalissima opinione e anzi vi ricordo sempre di esprimere la vostra! Trovo confusionario il tratto di Kennedy che ha però il pregio di essere ricco di dettagli. La pecca maggiore dello stile è, a mio parere, la colorazione che, a seconda dell’illuminazione della scena, insiste solo su due e o tre colori: toni del blu e del verde per le scene notturne, toni dell’arancio e del salmone per le scene di giorno all’aperto. In questa maniera anche tavole molto belle vengono secondo me penalizzate da colori fin troppo irrealistici. Probabilmente, comunque, questa macanza di affinità col tratto è dovuto al fatto che sia molto datato.

VOTO TOTALE: 8



Recensione Star Wars: Darth Maul (Magic Press)

  • Titolo: Star Wars: Darth Maul
  • Data di uscita: Maggio 2002
  • Autori: storia di Ron Marz, matite di Jan Duursema, chine di Rick Magyar
  • Edito da: Magic Press
  • Edizione: 96 pp, colore
  • Prezzo: 6,50€ – attualmente valutato sui 10€

Dopo essere rimasti affascinati, ma anche un po’ delusi dagli esiti, dalla figura di Darth Mual, il carismatico villain de La Minaccia Fantasma, è nuovamente nel mondo fumettistico della Dark Horse che il personaggio viene arricchito, un po’ come quanto fatto con la figura di Boba Fett. Al timone di questa miniserie abbiamo Ron Marz e Jan Duursema: quest’ultima, negli anni a venire, diventerà una delle figure più importanti del fumetto di Guerre Stellari.

Trama: La serie si colloca nel più recente passato di Maul, poco prima di Episodio I, raccontando uno dei tanti incarichi che, vedendo il film, supponiamo Maul deve avere già svolto per Darth Sidious.

Per evitare qualsiasi interferenza durante il blocco di Naboo, Sidious ordina al suo bestiale apprendista di gettare nel caos la vastissima organizzazione criminale del Sole Nero: Maul solo contro tutti in pratica. Il Sole Nero è controllato da un unico padrone e ai suoi ordini ha nove luogotenenti, nove “vigo”, ognuno responsabile di un intero sistema: Maul li deve eliminare, e con loro il Principe Garyn.

Dopo l’assassinio del primo Vigo, i restanti Vigo vengono radunati dal Principe su Ralltiir, base dell’organizzazione, pensando di essere più forti uniti contro un solo attentatore. Maul non lascia superstiti tra le guardie dei Vigo e di Garyn (tra cui figura anche una Strega di Dathomir, introdotte poi anche in Clone Wars); prima del finale assassinio del Principe, lui e Maul hanno una breve conversazione filosofica riguardo ai Jedi e ai Sith: si scopre che Garyn aveva mostrato sensibilità alla forza quando però era già troppo vecchio per l’addestramento. Nel finale, Maul ritorna su Coruscant, pronto a servire il suo signore in un’altra missione.

Cosa mi è piaciuto?

Narrazione e “agilità di lettura”: Maul è un fumetto breve, che si gusta in un’oretta, lineare ma efficace e mozzafiato.

I disegni: Già si intravede la grandezza della Duursema: i disegni sono dettagliatissimi in ogni situazione, dalle espressioni facciali delle vittime di Maul a quel del carnefice Sith; ogni muscolo del corpo dello Zabrak è messo in risalto nel momento giusto e i combattimenti sono magistrali.

Cosa non mi è piaciuto

Maul: Nonostante tutto, Maul continua a fare quello che faceva nel film: maciullare nemici senza dire più di qualche battuta in croce. La furia guerriera nella quale è rappresentato è fenomenale, ma manca completamente di introspezione psicologica, che era l’aspetto più importante che desideravo ritrovare in questo volume. Maul si mostra solamente desideroso di rivelarsi ai Jedi, niente di più; per il resto, è rappresentanto come una macchina dispensatrice di morte.

VOTO TOTALE: 7

Recensione Star Wars: Le Cronache dei Jedi parte 4 – “Redenzione”

redenzione

  • Titolo: Star Wars: Le Cronache dei Jedi – Redenzione
  • Edizione italiana: 2002
  • Autori: Kevin J. Anderson, Chris Gosset
  • Edito da: Magic Press
  • Edizione: 160 pp, colore
  • Prezzo: 10,50€, attualmente valutato sui 50€

Trama: Sono passati dieci anni dagli eventi della devastante Guerra dei Sith, Exar Kun è morto su Yavin e Ulic Qel-Droma è stato privato della sua connessione con la Forza da Nomi Sunrider, ora diventata una carismatica leader nella Repubblica e portavoce dei Cavalieri Jedi. Nomi ha indetto una grande convocazione di jedi nella stazione spaziale di Exis; Ulic invece si tiene a distanza dalle vicende della politica galattica, chiedendo al viaggiatore spaziale Hoggon di portarlo in un eremo dove possa isolarsi.

Figura principale, che mette in moto tutte le vicende, è Vima Sunrider, la figlia di Nomi che decide di trovarsi da sola un maestro per il suo apprendistato jedi, dal momento che la madre non sembra affatto interessarsene. Vima raggiungerà dunque Ulic a bordo della nave di Haggon e chiederà al disgraziato eroe di addestrarla. Ulic si mostrerà inizialmente schivo ma salverà Vima da una tremenda tempesta di neve e deciderà di addestrarla nonostante tutto. Vima, forte della dedizione presa dalla madre, imparerà in fretta le tecniche jedi e riuscirà anche a convincere Ulic che, anche senza la connessione con la Forza, può fare molto.

Nomi invece, venuta a sapere della fuga di Vima, chiede alla sua amica jedi Sylvar, la vedova di Crado (passato al lato oscuro sotto Exar Kun e Ulic), di aiutarla a recuperare la figlia. Nel volume la sottotrama di Sylvar è molto ben sviluppata e ben si coglie come la cathar stia intraprendendo il cammino del Lato Oscuro a causa dell’odio che nutre verso Ulic.

La vicenda si conclude tragicamente sul pianeta Rhen Var, l’eremo di Ulic e Vima: dopo che Ulic ha finalmente trovato la pace con sé stesso, grazie al periodo passato con la sua giovane apprendista, Sylvar lo attacca in preda alla rabbia.

Ulic però decide di non combatterla e le ricorda dei loro insegnamenti Jedi: Sylvar si libera dalla sua rabbia e interrompe l’attacco. Quando tutto sembra essersi risolto per il meglio, il pilota Haggon spara un colpo di blaster a Ulic, così da potersi vantare di essere stato l’uomo che ha ucciso Ulic Qel-Droma. Con il suo ultimo sospiro Ulic si redime completamente, svanendo nella Forza perché:

Ulic poteva non essere in grado di raggiungere la Forza, ma la capiva meglio di chiunque di noi… aveva il cuore di un Jedi.

Cosa mi è piaciuto?

Le emozioni e la psicologia dei personaggi: il fumetto è molto profondo sotto questo aspetto; l’introspezione psciologica è veramente molto ben curata in tutti i personaggi, principali e secondari.

L’assenza di un antagonista: dimostra che una storia, se buona, può anche non avere un antagonista. Lo scopo qui era mostrare l’evoluzione finale e il completamento della parabola di Ulic, scopo che  è stato magistralmente raggiunto. Certo, anche senza quest’ultimo capitolo, la saga delle Cronache dei Jedi sarebbe stata conclusa e perfetta ma sicuramente molto più oscura: riconosco che Redenzione semba una conclusione posticcia per dare il lieto fine a questa storia ma sicuramente il prodotto è valido.

Cosa non mi è piaciuto:

I disegni: i disegni in sé sono belli, tuttavia stonano molto con l’atmosfera del fumetto e sono anche estremamente diversi da quelli del resto delle Cronache.

Haggon: personaggio un po’ insulso a mio parere, non si capisce se ci fa o ci è.

Tott Doneeta: sembra lo abbiano aggiunto giusto per far ritornare uno dei protagonisti della serie originale, è utilizzato all’inzio in maniera provvidenziale e più avanti nella storyline di Sylvar ma se ne poteva fare assolutamente a meno.

VOTO FINALE: 7.5

#PersonaggiStellari 2 – Kir Kanos

Eccoci giunti, dopo qualche settimana di pausa, al secondo appuntamento con la rubrica #PersonaggiStellari. Come promesso oggi, per concludere al meglio la settimana dedicata all’Impero Cremisi, parleremo del protagonista della trilogia, Kir Kanos.

Potete trovare le sue vicende, qui in Italia, nei volumi della Magic Press (mediamente facili da trovare) L’Impero Cremisi, L’Impero Cremisi II: Consiglio di sangue, Star Wars: Cacciatori di Taglie oppure nell’elegantissimo Omnibus della Panini Comics: La saga dell’Impero cremisi, che racchiude tutte le vicende della Guardia Reale, anche quelle mai pubblicate in Italia (come Denaro in contanti, L’Impero perduto e Impero Cremisi: la guida).

00-SWCE S.COVER.indd impero cremisi 1 e 2

Non si conosce niente della vita di Kir Kanos prima che che cominciasse ad addestrarsi per diventare Guardia Imperiale nell’arido mondo di Yinchorr, dove impara la letale arte marziale echani. Kanos è uno dei quattro allievi selezionati per affrontare la prova finale di fronte all’Imperatore: questa consiste in un duello all’ultimo sangue con il proprio compagno di addestramento e amico Lemet Tauk. Kanos uccide, anche se con riluttanza, l’amico e dunque entra al servizio di Palpatine, servendolo fedelmente senza pensare a se stesso ma sempre in maniera silenziosa e spietata.

L’arena di combattimento “Ciclone”, dove le future Guardie Reali si addestrano sul pianeta Yinchorr

Dopo la morte dell’Imperatore nell’orbita di Endor, Kanos continua a vivere rispettando gli ideali del suo padrone ma, quando questo ritorna dal regno dei morti in un corpo clonato (vedi la serie Dark Empire – edita in Italia come Il Lato Oscuro della Forza) Kanos torna in servizio attivo. Questo servizio però durerà poco, dal momento che il suo collega Carnor Jax saboterà tutti i corpi cloni, condannado l’Imperatore ad una morte definitiva.

Per coprire il suo tradimento, Carnor Jax ordina lo sterminio dell’intera Guardia Cremisi. Kanos è l’unico sopravvissuto e da quel momento inizia a nascondersi e a programmare la sua vendetta: il primo passo si completa su Yinchorr con la morte di Carnor Jax nel ciclone, l’arena di combattimento delle apprendiste guardie.

Carnor Jax sta per sconfiggere Kir Kanos

La mossa successiva prevede la vendetta contro il Consiglio Imperiale ad Interim, i cui membri hanno cospirato contro Carnor Jax per spodestare l’Imperatore. Il terzo passo, contro Luke Skywalker e Leia Organa Solo, non si attua, dal momento che un nuovo movimento “filo-imperiale” sta nascendo ma che infanga la memoria del defunto Palpatine. Fintosi morto per la Nuova Repubblica, Kir Kanos e il suo caccia X-Wing inizia una nuova vita come cacciatore di taglie.


Kanos è un personaggio sorprendente: perché è portatore di un senso dell’onore e della lealtà che manca nel periodo in cui vive, in cui tutti tramano per ottenere il potere all’interno dei Residui Imperiali. La sua storia di apprendista viene narrata tramite fantastici flashback che meglio ci fanno cogliere la sua psicologia. Di fatto, Kanos è un personaggio molto lineare, tanto semplice nella sua lealtà quanto efficace. Tuttavia, è anche uno degli uomini più letali e intelligenti della Galassia: non si mette fretta ma organizza tutto nei minimi dettagli per portare a termine la sue vendetta contro i traditori dell’Imperatore. Ad esempio, quando assume l’identità del cacciatore di taglie Kenix Kil, lo fa perché punta a diventare così famoso nel suo mestiere da farsi assumere dal Consiglio Imperiale ad Interim per trovare Kanos.

Nonostante la sua totale fedeltà all’Imperatore, Kanos sarà però che ormai la situazione non è più quella di prima e il suo senso dell’onore lo porta anche a salvare quelli che, in teoria, dovrebbero essere i suoi nemici, come i membri della Nuova Repubblica. Kanos è letale ma non spietato e reputa l’uccisione di innocenti il crimine  più grande che un uomo possa compiere.

Con questo #PersonaggiStellari si conclude la settimana dedicata all’Impero Cremisi! Spero di avervi trasmesso la mia passone per questa saga e di avervi incuriosito. Appuntamento alla prossima settimana con il terzo personaggio che vi presenterò!

Leggi #PersonaggiStellari 1!

Recensione “Star Wars Omnibus: La saga dell’Impero Cremisi”

00-SWCE S.COVER.indd

  • Titolo: Star Wars Omnibus: La saga dell’Impero Cremisi
  • Contenuti: Crimson Empire #1/6, The Bounty Hunters #3, Crimson Empire II #1/6, Dark Horse Extra #21/24, Crimson Empire III #1/6 e Star Wars Handbook #2
  • Data di uscita: 14/08/2014
  • Autori: testi di Mike Richardson e Randy Stradley; matite di Paul Gulacy, Javier Saltares, Isaac Buckimster Owens; copertine di Dave Dorman
  • Edito da: Panini Comics
  • Edizione: 18,3×27,6; cartonato con sovracoperta; 504 pagine; colore
  • Prezzo: 49,00€

Quando acquistai il mio volume Magic Press de L’Impero Cremisi ero ancora un giovane padawan dei fumetti di Star Wars: fu proprio uno tra i miei primi numeri! Lo comprai estremamente affascinato dalle misteriose Guardie Reali dell’Imperatore, desideroso di scoprire tutti i loro segreti.

L’Impero Cremisi è quel volume dell’Universo Espanso che bisognerebbe prendere a modello come impostazione e come idea. Perché? Perché si concentra, pur rimanendo inquadrato nelle vicende della galassia, su un personaggio che è, almeno inizialmente, secondario, ed esplora figure e dettagli slegati dai soliti protagonisti.

Qualche anno dopo trovai il seguito del primo volume, L’Impero Cremisi: Il Consiglio di Sangue, e mi piacque perché la storia stava inziando a diventare di maggior respiro; ritrovai anche il protagonista Kir Kanos nelle sue avventure, sotto le spoglie di Kenix Kil, nel fumetto Cacciatori di Taglie.

impero cremisi 1 e 2

Quando quindi lessi che lo scorso agosto la Panini aveva realizzato l’Omnibus contenente tutte le vicende della mia Guarda Reale preferita, compresa la mai pubblicata in Italia conclusione della trilogia, L’Impero Perduto, iniziò a venirmi l’acquolina in bocca. Grazie ad un regalo di una tessera prepagata Mondadori ho superato lo scoglio del prezzo e mi sono fatto questo regalo. Ecco cosa ne penso!

Iniziamo a parlare della storia editoriale di questa saga: la prima versione embrionale di questa saga viene proposta dal coautore Randy Stradley nel lontano 1983. A quel tempo Randy lavorava come sceneggiatore per la serie Star Wars della Marvel e, dopo i primi successi, si lanciò nella scrittura di una storia in cui Luke Skywalker veniva braccato dalle Guardie Reali. La Lucasfim però bocciò questa proposta  perché non era interessata a storie con le minacciose e misteriose guardie. Quindici anni dopo, Stradley è l’editor principale della linea di Star Wars pubblicata dalla Magic Press e ripropone la sua idea iniziale al suo editore Mike Richardson. L’universo fumettistico di Star Wars si stava espandendo soprattuto nel passato con Tales of the Jedi oppure si concentrava sui caccia monoposto della serie Ala-X: Squadriglia Rogue ma riguardo al post-Endor non c’erano stati ulteriori sviluppi rispetto a Dark Empire e anzi quel periodo era specialmente coperto da romanzi e non da fumetti.

La scelta della Dark Horse Comics è dunque quella di concentrarsi su personaggi inediti ed originali, ed è proprio quello che fanno con L’Impero Cremisi.

Trama: come al solito, inquadriamo a grandi linee la trama della vicenda. Nell’universo Legends l’Imperatore Palpatine non è veramente morto alla fine de Il Ritorno dello Jedi, ma aveva fatto costruire una scorta di cloni in cui trasferire la sua essenza. Dopo la definitiva morte dell’Imperatore Palpatine (e del sabotaggio di tutti i suoi cloni), i membri della Guardia Reale vengono traditi da uno dei loro stessi compagni, Carnor Jax, che aspira al trono imperiale e per questo era stato lui il sabotatore dei corpi clonati di Palpatine. Solo Kir Kanos riesce a fugire all’imboscata e giura vendetta contro i traditori del suo defunto signore: questo giuramento lo porterà a lasciare una scia di sangue da un angolo all’altro della Galassia.

Lungo la strada, Kanos si ritroverà ad allearsi con i nemici del passato, i Ribelli; assumerà la falsa identità di un temuto cacciatore di taglie, Kenix Kil, e si infiltrerà nel cuore della vasta organizzazione criminale del Sole Nero; abbatterà ben due governi imperiali e finalmente si metterà sulle tracce di Luke Skywalker, Leia Organa Solo e suo marito Han.

Kenix Kil, l’identità da cacciatore di taglie che Kanos assume per sfuggire all’Impero.

Le conseguenze del piano di vendetta di Kanos non finiscono però qui, dal momento che il comandante della Nuova Repubblica Mirith Sinn vede in lui il bersaglio della sua personale vendetta. Che dire, poi, dei loschi disegni che la misteriosa setta imperiale ha architettato contro il più leale difensore di Palpatine? La vendetta basterà ad appagarlo?

Cosa mi è piaciuto?

La storia e i personaggi principali: una vendetta alla Kill Bill, che si dipana a partire da singole persone fino a coprire l’intero Consiglio Imperiale ad Interim. Una storia fosca e violenta, in cui le uniche tracce di misticismo sono riservate al primo antagonista Carnor Jax; è una storia che si ispira dichiratamente alle epopee dei ronin e dei samurai giapponesi; una storia in cui anche gli eroi hanno delle motivazioni non pure e i loro lati oscuri. La vicenda si sviluppa come una spirale, che si apre fino a toccare elementi di proporzione galattica, trame politiche occulte, nuovi avversari e vecchi ritorni. Anche il personaggio di Kanos è veramente riuscito, un guerriero tutto d’un pezzo, leale fino alla fine, un guerriero d’altri tempi a cui dedicherò al più presto un #PersonaggiStellari per approfondire meglio. Kanos non è però l’unico personaggio che risalta perché anche Mirith Sinn ha notevole spessore, una psicologia complessa e un modo di agire molto ben studiato.

I disegni e i colori: un tratto soprendentemente fotorealistico, ricco di dettagli negli oggetti e ancora di più nelle espressioni dei volti umani e alieni. I colori sono molto vividi e sufficientemente varieati. A parte ne L’Impero perduto, in ogni tavola ci sono elementi di rosso, il colore dominante di tutta la trilogia, o addirittura ci sono tavole in cui il colore rosso traspare maggiormente.

L’edizione: per quanto trovi un po’ scomodi i grossi Omnibus con sovracopertina (che tendo sempre a togliere per evitare di rovinarla), l’edizione de La saga dell’Impero Cremisi mi ha piacevolmente sopreso. La carta è lucida e solida al tatto, la rilegatura ottima, l’aggiunta de Impero Cremisi: La Guida (oltre alle altre storie one-shot su Kenix Kil) impreziosisce ancora di più il volume con delle interessanti pagine in cui vengono aggiunti numerosi dettagli su personaggi (principali e non), organizzazioni e astronavi.

Cosa non mi è piaciuto?

L’introduzione di alcuni personaggi: diversi personaggi che compaiono nella trilogia potrebbero essere sconosciuti a chi legge solo i fumetti di Star Wars e non anche i romanzi. Ad esempio, in L’Impero Perduto l’Ammiraglio Pellaeon svolge un ruolo mediamente importante, ma solo chi ha letto la Trilogia di Thrawn lo riconoscerà. Anche l’enigmatica figura di Nom Anor, che ha un ruolo fondamentale nella vicenda de Il Consiglio di Sangue è solo un seme di quello che sarà poi l’arco narrativo dell’invasione extragalattica degli Yuuzhan Vong (sviluppata principalmente nei romanzi della serie del New Jedi Order e con un prequel a fumetti, la serie Invasione pubblicata dalla Panini Comics sul mensile Legends).

La traduzione: “Super Distruttore Stellare”. E ho detto tutto. Oltre a questi scivoloni c’è anche una disuniformità nella traduzione: ad esempio i nomi dei Solo sono rimasti Leila e Ian come nella traduzione della Trilogia Originale, ma si fa riferimento ad un droide astromeccanico pressoché identico a R2-D2 con “unità R2” e non “unità C1”.

La copertina cartonata: non tanto per l’essere cartonata che va benissimo, quanto per l’enorme simbolo dell’Alleanza Ribelle che, grigio in campo nero, si staglia non appena si toglie la sovracopertina. Per questo volume mi apettavo quanto meno il logo dell’Impero.

copeertina omnibus

VOTO TOTALE: 9

Sulla mia Pagina Facebook potete vedere il video dell’unboxing, una sorpresa che ho deciso di fare e che riproporrò più avanti per qualche oggetto speciale.

Recensione Star Wars: Le Cronache dei Jedi Parte 3 – “Gli Oscuri Signori dei Sith” e “La Guerra dei Sith”

Siamo giunti alla terza e penultima parte del nostro viaggio attraverso le Cronache dei Jedi. Gli Oscuri Signori dei Sith e La Guerra dei Sith concludono le vicende incominciate con Cavalieri della Vecchia Repubblica in maniera molto tragica. Questi due volumi furono i seguiti diretti di Cavalieri, solo dopo la Dark Horse decise di esplorare l’antico antefatto della storia Sith nella bilogia de L’Età d’Oro dei Sith e La Caduta dell’Impero Sith: quando venne pubblicato Dark Lords of the Sith, nel 1994, il pubblico iniziava finalmente a conoscere cosa fosse un Signore Oscuro dei Sith, dopo che Vader e l’Imperatore erano stati presentati così tante volte. Gli Oscuri Signori dei Sith presentava dunque il fascino e il mistero di una civilità perduta e dei potenti fruitori del Lato Oscuro; La Guerra dei Sith invece svelava il primo conflitto sia campale che psicologico tra Lato Chiaro e Lato Oscuro.

Andiamo però con ordine e incominciamo a parlare del primo volume.

IMG_0535

  • Titolo: Star Wars: Le Cronache dei Jedi – Gli Oscuri Signori dei Sith
  • Edizione italiana: 1999
  • Autori: Tom Veitch, Kevin J. Anderson,  Chris Gossett, Art Wetherell, Pamela Rambo
  • Edito da: Magic Press
  • Edizione: 160 pp, colore
  • Prezzo: L 18.000, attualmente valutato sui 50€

Trama: la serie si concentra su due protagonisti maschili, gli jedi Ulic-Qel Droma (che già avevamo conosciuto in Cavalieri) e la new entry Exar Kun (il potente signore dei Sith che era stato introdotto come spirito nella serie di romanzi di Kevin J. Anderson Accademia Jedi), intraprendere, seppur per motivazioni diverse, la stessa strada: quella del Lato Oscuro della Forza. Nel Sistema dell’Imperatrice Teta, i giovani rampolli della famiglia reale del Sistema dell’Imperatrice Teta, che “si dilettano” di magia Sith, seguendo gli insegnamentio dello spirito di Freedon Nadd, hanno fondato la società segreta dei Krath per conquistare e dominare i sette mondi del Sistema. Ulic deciderà quindi di entrare nei loro ranghi, deciso più che mai a sconfiggere il Lato Oscuro dall’interno, ma restandone perdutamente soggiogato. Dall’altro lato della Galassia abbiamo il giovane e promettente apprendista Exar Kun, esperto nell’utilizzo della spada laser e curioso dei misteri degli antichi Sith. Sarà proprio questa sua curiosità a spingerlo alla ricerca di sempre maggiori conoscenze ed al definitivo abbraccio del Lato Oscuro. Nonostante i tentavidi dell’ordine Jedi, e soprattutto di Nomi Sunrider, innamorata persa di Ulic, di Qay-Qel Droma, suo fratello, dei suoi amici e del maestro di Exar Kun Vodo-Siosk Baas, i due jedi oscuri si incontreranno e si uniranno insieme, sotto la volontà dello spirito di Marka Ragnos, per ottenere il dominio della Galassia

Cosa mi è piaciuto?

I personaggi: La cosa che più sorprende, forse, di questa serie (e in particolare di questo volume) è che tutti i personaggi, dal protagonista Ulic-Qel Droma al generico Jedi che combatte contro i Krath, sono molto approfonditi: ognuno ha una sua propria psicologia, i suoi motivi e il narratore si focalizza su di essi nei momenti giusti. Notevole l’introduzione nell’EU di Mandalore e i suoi guerrieri, che porterà alla creazione di numeroso materiale su una delle culture più interessanti (a mio parere) di tutta la Galassia.

La narrazione: la scelta di ricorrere frequentemente ai riquadri rettangolari dove il narratore commenta quasi ogni vignetta è uno dei grandi segni distintivi della serie e a me piace particolarmente: i momenti più drammatici diventano ancora più memorabili grazie alle parole profonde del narratore. Sotto questo aspetto, inoltre, la traduzione è ottima.

Cosa non mi è piaciuto?

La discontinuità nei disegni: Gossett non riesce mai a finire un lavoro a quanto pare e quindi le ultime pagine della serie presentano un tratto diverso. La discontinuità non è così evidente come per Cavalieri ma, dal momento che gli artwork di Gossett sono molto ricchi e ben si sposano con l’ambientazione antica della Galassia, è un peccato avere questo cambio di tratto proprio sul finale.

VOTO TOTALE: 8.5


guerra dei sith

    • Titolo: Star Wars: Le Cronache dei Jedi – La Guerra dei Sith
    • Edizione italiana: 1999
    • Autori: Kevin J. Anderson,  Dario Carrasco Jr., Rachelle Menache, Hugh Fleming
    • Edito da: Magic Press
    • Edizione: 160 pp, colore
    • Prezzo: L 18.000, attualmente valutato sui 50€

Trama: Exar Kun e Ulic-Qel Droma stanno lavorando seprati per giungere al loro comune obbiettivo: il primo raduna sotto di sé numerosi apprendisti jedi desiderosi di maggior potere mentre il secondo forma un vastissimo esercito, forte anche dell’appoggio di Mandalore l’Indomabile e i suoi guerrieri (che per la prima volta vengono mostrati nell’universo di Star Wars), da scagliare contro Coruscant, la capitale galattica. Exar Kun, infine decima dall’interno l’ordine Jedi, e lo pone di fronte alla potenza del Lato Oscuro. I due sith si spingono dunque alla conquista dei saperi nascosti nella Grande Biblioteca di Ossus mentre i Mandaloriani assaltano il pianeta Onderon e le sue besie alate. Su Ossus avverrà il confronto finale tra Ulic e suo fratello Cay e al termine della tragedia Ulic verrà privato completamente della sua connessione con la forza dalla jedi Nomi Sunrider. I jedi si radunano dunque su Yavin per sconfiggere definitivamente Exar Kun: la luna viene distrutta ma lo spirito del Signore Oscuro vivrà per sempre.

La saga si conclude, in maniera molto cupa e angosciante con un piccolo flashforward a due anni dopo: Ulic si reca su Yavin per capire cosa ne è stato di Exar Kun, ma mentre lo spirito di lui lo chiama perfarsi liberare, Ulic non è più in grado di sentire nulla.

(Piccola curiosità: la spada laser doppia, la cosiddetta saberstaff, viene introdotta per la prima volta da Exar Kun in questo fumetto, prima ancora di vederla nei film grazie a Darth Maul.)

Cosa mi è piaciuto?

I disegni: Carrasco dimostra uno stile molto simile a quello di Gosset e, anzi, lo arrichissisce di ombre e dettagli sopratutto nei volti, che acquisiscono una notevole espressività.

L’oscurità e la tragicità: Nel volume non c’è spazio per situazioni positive: è una scelta difficile da sostenere ma che conclude in maniera molto adulta la trilogia. Ogni personaggio ottiene un punto al termine della sua storia e tutto trova una sua, per quanto tragica e spesso violenta, soluzione.

Niente da notare tra le cose che non mi sono piaciute.

VOTO FINALE: 9

Recensione Star Wars – Matrimonio

Union

  • Titolo: Star Wars: Matrimonio
  • Edizione italiana: Luglio/Agosto 2002
  • Autori: Michael A. Stackpole, Robert Teranishi, Chris Chuckry
  • Edito da: Magic Press
  • Edizione: 96 pp, colore
  • Prezzo: al tempo 6,5€, ora è valutato sugli 8€

Trama: Dopo la distruzione della seconda Morte Nera e la caduta dell’Impero, la Nuova Repubblica prospera. Ma molti rimangono ancora fedeli allo spirito dell’Imperatore. Quando l’unico Maestro Jedi Luke Skywalker, il più grande eroe della Nuova Repubblica, decide di sposarsi con Mara Jade, la donna che una volta era l’assassina personale dell’Imperatore, le due fazioni si daranno da fare per impedire la cerimonia… ad ogni costo!

Cosa mi è piaciuto?

L’ironia:

Gli addii al celibato, la riluttanza di Mara a dover scegliere il vestito, le frecciatine a Luke (“Non sapventa quanto la Morte Nera, ma causerà un cambiamento altrettanto profondo sulla tua vita, Luke”): sono tutti elementi simpatici, che rendono i nostri eroi più umani del solito. Tuttavia l’estrema ripetizione sempre degli stessi schemi comici dopo un po’ stufa.

I colori:

Realisitici e con splendidi giochi di luci e ombre, sia la luce diretta che soffuasa sono gestite bene. Le scene coloratissime del matrimonio sono molto suggestive. Guardate ad esempio l’immagine in evidenza in cima all’articolo per rendervi conto.

Cosa non mi è piaciuto?

Gli stereotipi:

Le donne che parlano di vestiti e vedono i loro mariti come dei bambini, gli uomini che mostrano il matrimonio come un mostro in cui si perde sempre, gli addii al celibato all’insegna delle bevute. Insomma sembra una commedia romantica americana di bassa categoria.

 

La banalità della trama e il buonismo:

Gli antagonisti sono piatti e spinti da motivazioni molto deboli; il tutto poi si risolve con altrettanto piatti cambi di fazione e da un discorso buonista sulla pace pronunciato da Luke; meh.

La stucchevolezza:

Questo non è un difetto vero e proprio; è anche bello che due persone adulte che prima si odiavano come Luke e Mara abbiano trovato una loro sfera di intimità e di pucciosità. Spesso però la coppia cade nel banale.

I disegni:

Poco definiti, i personaggi poi cambiano fisionomia in ogni pagina. Confrontate ad esmepio l’immagine di prima riguardo agli stereotipi (Mara è quella al centro) e questo primo piano qui sotto.

In conclusione, Star Wars Matrimonio fallisce a rappresentare con serietà un momento importante per la vita di questi due personaggi, senza neanche a renderlo un momento significativo per la storia complessiva dell’Expanded Universe. Inoltre il fumetto, ricordo, è del dicembre 1999 (uscita USA), la trilogia prequel era già inziata e questo fumetto sembra proprio andare contro alle regole sull’attaccamento dettate ai Jedi in episodio I e poi II e III.

VOTO TOTALE: 4.5

Recensione Star Wars: Le Cronache dei Jedi Parte 2 – I Cavalieri della Vecchia Repubblica

  • Titolo: Star Wars: Le Cronache dei Jedi – I Cavalieri della Vecchia Repubblica
  • Data di uscita: 1997
  • Autori: scritto da Tom Veitch, matite di Chris Gossett, Janine Johnston, David Roach, Tony Atkins, Denis Rodier
  • Edito da: Magic Press
  • Edizione: brossura, 160pp, colore
  • Prezzo: L. 20.000 – valutato attualmente tra i 20 e i 50€

Eccoci giunti alla seconda parte di questa lunga recensione (potete leggere la prima parte qui: https://starwarslibriecomics.wordpress.com/2015/03/15/recensione-star-wars-le-cronache-dei-jedi-parte-1-leta-doro-dei-sith-e-la-caduta-dellimpero-sith/), che sarà incentrata sul terzo volume (il primo ad essere pubblicato) della fortunata e squisita serie Cronache dei Jedi. Il libro contiene una miniserie di cinque numeri e un epilogo composto da altri due numeri e narra tre piccole saghe:

  • Ulic Qel-Droma e le Grandi Guerre di Onderon
  • La saga di Nomi Sunrider
  • L’insurrezione di Freedon Nadd

In totale, comunque, l’opera risulta essere troppo corposa per recensire anche un altro volume e mi pare il caso di dedicare più tempo all’opera che ha iniziato tutto. Proviamo ad inquadrare, prima di affrontare la trama, la genesi dell’opera.

Nel 1993, dopo il notevole successo di Dark Empire la Dark Horse Comics decide di tentare l’azzardo. Forti delle ottime capacità di scrittura di Tom Veitch, invece di affrontare subito il seguito di DE, la Dark Horse si lancia con un salto di 4000 anni nel passato appoggiandosi esclusivamente all’holocron jedi ritrovato in DE. Il successo fu immediato e Star Wars, improvvisamente, ottenne un ricco passato pronto per essere esplorato: tutte le produzioni successive ambientate in questa lontana epoca nascono infatti da questa serie a fumetti. I videogiochi KotOR I e II, la successiva serie a fumetti Knights of the Old Republic, il MMORPG The Old Republic, la saga di Darth Bane e molto altro materiale sono tutti eredi di questa serie.

La trama si articola sui due protagonisti inizialmente in maniera parallela: nella prima saga vediamo Ulic Qel-Droma e i suoi compagni padawan (tutti istruiti dal maestro Arca di Arkania) affrontare la loro prima missione da soli sul pianeta Onderon, dove da secoli si combatte una guerra tra la città di Iziz e un gruppo di Banditi Alati. I padawan dovranno salvare la principessa di Iziz, rapita dai banditi, prima di capire che si potrebbe risolvere la guerra con un accordo di pace. Il pianeta però, e la stessa famiglia reale, sono stati contaminati dal potere del Lato Oscuro quando, 400 anni prima, il Signore Oscuro Freedon Nadd prese il controllo della città.

Nella seconda saga, più intimista e riflessiva, seguiamo le vicende di Nomi Sunrider, moglie di uno jedi ucciso da alcuni ladri, che decide, suo malgrado, di seguire le orme del marito diventando padawan del maestro jedi bestia Thon. Nomi si scoprirà estremamente dotate nelle vie della Forza e soprattutto nell’arte della meditazione da battaglia.

I due protagonisti si incontreranno nella miniserie finale, in cui Ulic, Nomi e gli altri padawan dovranno combattere contro le forze del Lato Oscuro sul pianeta ed affrontare lo stesso spirito di Freedon Nadd. La serie si conclude poi con un ottimo cliffhanging per il volume successivo,

Cosa mi è piaciuto?

L’atmosfera: in una parola, la si potrebbe definire fiabesca. L’espediente narrativo dell’holocron, presente all’inizio del volume, aumenta ancora questa sensazione da “raccontami una storia”. Il fiabesco è anche trasmesso dalla vicenda del salvataggio della principessa su Onderon, dalla città fortificata, dalle bestie alate. Inoltre il passato della saga è un periodo che mi affascina molto e qui si respira fortemente un’aria di antichità (anche se di meno rispetto a L’età d’oro dei Sith – del resto sono passati anche dieci secoli).

tales1

I personaggi: nonostante il grande numero di personaggi, ognuno ha modo di essere ben definito e di avere il suo momento personale. Ogni personaggio, insomma, è carico di una propria identità. La migliore è sicuramente Nomi Sunrider, anche grazie all’impostazione della sua saga, intimistica e ricca di momenti di riflessione.

tales2

Il Lato Oscuro: che si mostra molto potente e consumante. Il personaggio di Freedon Nadd è anche ben caratterizzato grazie alla frequente comparsa del suo spirito.

tales3

Cosa non mi è piaciuto?

I disegni: non tanto il tratto in sé, quanto una mancanza di uniformità nel volume. Ci sono stati infatti vari avvicendamenti tra le mani che disegnarono la serie. La vicenda di Ulic-Qel Droma è stata tutta realizzata dallo stesso disegnatore per entrambi i numeri, la saga in tre parti di Nomi Sunrider, invece, subisce uno stacco tra il primo e gli altri due numeri (stacco secondo me in positivo come disegno ma che sotto un altro aspetto, altera completamente il personaggio di Nomi). L’epilogo con l’insurrezione di Freedon Nadd è stato ancora disegnato da altri: Ulic diventa un personaggio leggermente più oscuro rispetto a prima, Nomi torna alle sue fattezze originarie ma più carine. I cambi di stile si possono sostenere ma sicuramente non aiutano il lettore e, anzi, lo spaesano un po’.

tales4

Fase 1 aka “megera”

tales5

Fase 2 aka “renoir”

tales6

Fase 3 aka “spacco i culi”

VOTO COMPLESSIVO: 9.5

Recensione Star Wars: Le Cronache dei Jedi Parte 1 – L’età d’oro dei Sith e La caduta dell’Impero Sith

Dopo la fruttuosa esperienza di Cartoomics, che mi ha fatto entrare in possesso di una rara copia de L’età d’oro dei Sith, ovvero il primo volume della storica serie delle Cronache dei Jedi, ho deciso di recensire l’intera epica saga scritta da Kevin J. Anderson e Tom Veitch. A causa della lunghezza della stessa, ho preferito dividere la recensione in tre parti, ognuna delle quali si concentrerà su due miniserie.

Partiamo però con una grande introduzione alla saga delle Cronache dei Jedi:

Nel 1994 Kevin J. Anderson, prolifico autore di romanzi spin-off di celebri film e telefilm di fantascienza, scrive la trilogia Accademia Jedi, in cui Luke incontra, sul tempio di Yavin, lo spirito del potente Jedi Oscuro e Signore dei Sith Exar Kun.
Il fascino del personaggio portò Anderson, insieme al solito nume tutelare del fumetto starwarsiano Tom Veitch a sviluppare parallelamente una minserie a fumetti dal titolo Cavalieri della Vecchia Repubblica, nella quale si racconta proprio la storia di Exar Kun, ambientate nel 4000 BBY.
Dopo aver costruito una trilogia splendida: costituita, oltre a Cavalieri della Vecchia Repubblica, anche da Gli Oscuri Signori dei Sith e da Le guerre dei Sith, Anderson decide di buttarsi sulla costruzione di due miniserie prequel L’età d’oro dei Sith e La caduta dell’Impero Sith, ambientate un altro millennio prima di Cavalieri della Vecchia Repubblica e che mostrano l’Impero Sith delle origini, come mai era stato fatto prima, e il suo primo fondamentale incontro/scontro con la Repubblica.
Le serie verranno pubblicate in Italia dalla Magic Press e presto questi volumi diventarono, per qualche misterioso motivo, introvabili: sono credo il Santo Graal dei fumetti di Star Wars. Forse su eBay a circa un centinaio di euro potreste trovarli.


  • Titolo: Star Wars: Le Cronache dei Jedi – L’età d’oro dei Sith
  • Data di uscita: 1999
  • Autori: Kevin J. Anderson, Chris Gossett, Dario Carrasco Jr.
  • Edito da: Magic Press
  • Edizione: brossura, 160pp, colore
  • Prezzo: L. 18.000 – valutato attualmente tra i 70 e i 100€

5000 anni prima degli eventi visti nella trilogia originale, la Vecchia Repubblica si trovava in un periodo fiorente e di continua espansione, nel quale nuovi pianeti venivano colonizzati e nuove rotte iperspaziali venivano scoperte da intrepidi esploratori.
Gav e Jori Daragon sono fratello e sorella, orfani (i loro genitori sono morti portando soccorso alle forze dell’Imperatrice Teta, durante la guerra di unificazione del sistema di Koros) e senza alcun ricchezza se non la nave che i loro genitori gli hanno lasciato, la Starbreaker 12. I due si avventureranno in un rischioso tragitto spaziale sperando di poter trovare una rotta commerciale che, una volta tracciata, garantirà loro enormi profitti. Finiranno però, in maniera rocambolesca, sul pianeta Korriban, base segreta dell’Impero Sith, dove l’Oscuro Signore Marka Ragnos è appena deceduto. Il legittimo successore, Ludo Kressh, viene detronizzato dall’ambizioso Naga Sadow, che vuole far tornare l’impero Sith agli antichi splendori, conquistando tutta la Galassia. Per raggiungere il suo obiettivo sfrutterà i due fratelli appena giunti sul pianeta, intrappolando Gav, e lasciando che Jori torni a chiedere aiuto, così da poter seguire il suo tragitto e giungere fino al cuore della Repubblica, mentre cercherà di sbarazzarsi delle fazioni a lui ostili tra i Sith.

Cosa mi è piaciuto?

La caratterizzazione dell’epoca storica: l’aspetto veramente interessante di questo volume è la descrizione della società e della tecnologia antica nell’universo di Star Wars. Osserviamo spade laser con i cristalli in vista, collegate tramite cavi a delle batterie legate alla cintola, le navi spaziali vengono ormeggiate negli spazioporti con delle normali cime. I vestiti sono antiquati e le città pure. Descrizioni molto belle sono anche quelle del faraonico Impero Sith, che presenta veramente tendenze di stampo egiziano.

goldenage1I disegni: rendono perfettamente l’idea di antichità che pervade il volume. Sono definiti e dettagliati quando servono, vaghi quando devono essere vaghi, pur lasciando una vivida impressione del periodo e in grado di ammaliare il lettore.

Il cliffhanging finale: la vicenda cresce in maniera graduale, inizia sicuramente un po’ lenta, forse troppo, ma si velocizza ben presto e ti lascia proprio quando la Grande Guerra Iperspaziale sta per iniziare. Il secondo volume è perciò legato al primo in maniera indissolubile.

Cosa non mi è piaciuto?

I colori: troppo sbiaditi e chiari per una vicenda invece profondamente oscura, fatta di intrighi, lato oscuro, antiche magie e rituali. Avrei preferito tinte più scure e vivide.

Il volume, pur essendo molto curato e dotato di un grande fascino per ogni appassionato, ha però alcune pecche: non le ho riportate tra le cose che non mi sono piaciute perché non sono sicuramente così fondamentali per la riuscita della storia. I protagonisti e i coprotagonisti (eccetto Odan-Urr, conosciuto nel precedente Cavalieri della Vecchia Repubblica e di cui qui si scopre l’interessante giovinezza e le sue insicurezze di giovane cavaliere jedi) non brillano per novità o introspezione psicologica. Va già meglio per gli antagonisti Sith e il conflitto tra innovatori (Naga Sadow) e conservatori (Ludo Kressh).

VOTO TOTALE: 8.0


  • Titolo: Star Wars: Le Cronache dei Jedi – La caduta dell’Impero Sith
  • Data di uscita: 1999
  • Autori: Kevin J. Anderson, Dario Carrasco Jr.
  • Edito da: Magic Press
  • Edizione: brossura, 160pp, colore
  • Prezzo: L. 18.000 – valutato attualmente tra i 70 e i 100€

Jori cerca di trovarsi al cospetto dell’Imperatrice Teta, per convincerla dell’arrivo dell’esercito Sith, ormai non più un semplice mito; una volta raggiunta l’Imperatrice, Jori la informa che i Sith si stanno preparando a sferrare un attacco alla Repubblica. Una volta preparata la controffensiva, la guerra con l’esercito Sith ha inizio, combattendosi in terra e nello spazio.

Continua a leggere

Recensione Star Wars: L’Ombra dell’Impero – “Il film senza un film” (fumetto)

  • Titolo: Star Wars: L’Ombra dell’Impero
  • Edizione italiana: 1996
  • Autori: John Wagner, Kilian Plunkett, P. Craig Russell
  • Edito da: Magic Press
  • Edizione: 160 pp, colore
  • Prezzo: — (lire 16.000 – più o meno lo trovate online entro i 15€)

Nel 1996 Star Wars è a livelli di popolarità altissimi grazie alla ormai ben oliata macchina produttrice dell’Expanded Universe. La Lucasfilm sta per riportare al cinema la Trilogia nelle sue edizioni speciali prima di avviare la produzione della Trilogia Prequel. L’Ombra dell’Impero ha un posto in questo panorama come una prova generale per vedere se tutti i vari reparti della macchina dell’intrattenimento erano in grado di sopportare l’uscita di un film.

Addirittura, la stessa Lucasfilm si occuperà in prima persona di trama, personaggi e atmosfere di quello che è il primo volume dell’EU ambientato tra un film e l’altro (precisamente tra L’Impero Colpisce Ancora e Il Ritorno dello Jedi). In questo modo tutti i personaggi della trilogia originale possono essere sfruttati, mentre altri possono essere introdotti garantendo, così, un’ottima godibilità del prodotto e un maggior approfondimento della vicenda.

Il progetto Shadows Of Empire non vide però l’uscita solo di un fumetto, ma anche di una colonna sonora, di un romanzo (scritto magistralmente da Steve Perry), e di un videogioco. Da notare il fatto che ogni diverso mezzo approfondisce un diverso aspetto della trama e si concentra su un particolare gruppo di personaggi e vicende: il romanzo su Luke, Leia e Han, il videogame (che spero di vedere presto su Steam) sul neo-introdotto contrabbandiere Dash Rendar e il fumetto sul cacciatore di taglie Boba Fett.

Concentriamoci ora sulla fumetto (il romanzo lo recensirò più avanti), e vediamone brevemente la trama: la cattura di Han Solo da parte di Boba Fett ha scatenato diversi moti nella Galassia. Da un lato abbiamo l’Allenza Ribelle e i nostri eroi Luke, Leia, Chewie, Lando, C3-PO, R2-D2 e il nuovo contrabbandiere, che fa un po’ le veci dei Han, Dash Rendar, che cercano di recuperare il comandante Solo; dall’altro abbiamo i cacciatori di taglie avversari di Fett che provano a rubargli la taglia per dividersela tra loro. Intanto la Ribellione è alla ricerca di una nuova casa e per schiacciarla definitivamente l’Imperatore si è procurato l’appoggio della vasta organizzazione criminale del Sole Nero e del suo leader, il subdolo principe Xizor [pronuncia “Scizor”], contro l’opinione di Darth Vader. Il Sole Nero, intanto cerca di fare il doppio gioco mettendo i bastoni fra le ruote nella ricerca di Vader di suo figlio.

Come potete vedere, la trama è complessa, intricata e composta da rapimenti, intrighi, battaglie spaziali e fughe rocambolesche, tutto quanto ci si aspetta da Star Wars, insomma: mancano però colpi di scena da togliere il fiato.

Cosa mi è piaciuto?

La trama: nonostante la sopracitata mancanza di colpi di scena la trama fila perfettamente e si dipana anche in maniera molto ordinata tra le varie vicende in corso, senza sbilanciarsi troppo verso una story line o l’altra. Non c’è mai una parte noiosa e la guida della Lucasfilm si vede nella gestione della trama, a tratti veramente epica e molto “da film”. Inoltre, molto bello è come vengono concluse le vicende dei vari personaggi, con un cliffhanging per ogni storyline.



I personaggi (a parte Dash Rendar e Jix): Xizor e Boba Fett sono sicuramente i personaggi meglio riusciti dell’intero fumetto. Xizor si guadagna subito la sua parte di “schermo” senza risultare una macchietta: altero ma subdolo, un criminale che osa mettersi tra Vader e l’Imperatore pur temendoli entrambi. Il pezzo in cui seduce Leia tramite i suoi feromoni e lei gli resiste è molto ben fatto. Boba Fett invece raggiunge vette mai viste in quest’opera: bellissimi sono i lunghi “dialoghi”, in realtà monologhi, che Fett intrattiene con Han Solo nella carbonite. 



Leia e Luke sono tratteggiati come molto uniti e la loro connessione alla Forza pare molto aumentata: entrambi però sono determinati a salvare Han e Luke stesso con tutti i mezzi possibili. I due droidi risultano sempre come i due elementi comici della vicenda. Vader mostra tutta la sua insicurezza nei confronti dei piani oriditi dall’Imperatore e teme Xizor mentre vuole solo raggiungere Luke e portarlo al Lato Oscuro.

I disegni e soprattutto i colori: i disegni sono molto ricchi di dettagli e il fumetto è, dal punto di vista dei colori, esplosivo: insomma, è un piacere leggerlo e perdersi anche tra le tonalità delle varie scene. La scena della seduzione di Leia da parte di Xizor è, sotto questo aspetto, esemplare.



Cosa non mi è piaciuto?

Qualche personaggio secondario: Dash Rendar è troppo la fotocopia di Han, la canaglia che sta per conto suo ma dal cuore d’oro: troppo macchietta per risaltare nella storia. Jix è, per me, un mistero: non capisco perché tra tutti i suoi agenti Vader scelga questa canaglia (ma so che c’è una storia che spiega il loro rapporto), leale al signore oscuro ma perché così tanto?

Nel complesso L’Ombra dell’Impero ci ricorda come poco altro le ambinetazioni della Trilogia Originale, la qualità è sicuramente superiore a qualsiasi altra produzione dell’EU. Si spera che la Disney prenda esempio da questo progetto per estenderlo a tutte le sue future realizzazioni a tema Star Wars (e devo dire che sono fiducioso). Se lo trovate, su ebay, in fumetteria, in fiera: compratelo e leggetevelo, perché vi sentirete trasportati nelle atmosfere “originali” come non mai.

VOTO COMPLESSIVO: 9.5