Recensione “Star Wars Omnibus: La saga dell’Impero Cremisi”

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  • Titolo: Star Wars Omnibus: La saga dell’Impero Cremisi
  • Contenuti: Crimson Empire #1/6, The Bounty Hunters #3, Crimson Empire II #1/6, Dark Horse Extra #21/24, Crimson Empire III #1/6 e Star Wars Handbook #2
  • Data di uscita: 14/08/2014
  • Autori: testi di Mike Richardson e Randy Stradley; matite di Paul Gulacy, Javier Saltares, Isaac Buckimster Owens; copertine di Dave Dorman
  • Edito da: Panini Comics
  • Edizione: 18,3×27,6; cartonato con sovracoperta; 504 pagine; colore
  • Prezzo: 49,00€

Quando acquistai il mio volume Magic Press de L’Impero Cremisi ero ancora un giovane padawan dei fumetti di Star Wars: fu proprio uno tra i miei primi numeri! Lo comprai estremamente affascinato dalle misteriose Guardie Reali dell’Imperatore, desideroso di scoprire tutti i loro segreti.

L’Impero Cremisi è quel volume dell’Universo Espanso che bisognerebbe prendere a modello come impostazione e come idea. Perché? Perché si concentra, pur rimanendo inquadrato nelle vicende della galassia, su un personaggio che è, almeno inizialmente, secondario, ed esplora figure e dettagli slegati dai soliti protagonisti.

Qualche anno dopo trovai il seguito del primo volume, L’Impero Cremisi: Il Consiglio di Sangue, e mi piacque perché la storia stava inziando a diventare di maggior respiro; ritrovai anche il protagonista Kir Kanos nelle sue avventure, sotto le spoglie di Kenix Kil, nel fumetto Cacciatori di Taglie.

impero cremisi 1 e 2

Quando quindi lessi che lo scorso agosto la Panini aveva realizzato l’Omnibus contenente tutte le vicende della mia Guarda Reale preferita, compresa la mai pubblicata in Italia conclusione della trilogia, L’Impero Perduto, iniziò a venirmi l’acquolina in bocca. Grazie ad un regalo di una tessera prepagata Mondadori ho superato lo scoglio del prezzo e mi sono fatto questo regalo. Ecco cosa ne penso!

Iniziamo a parlare della storia editoriale di questa saga: la prima versione embrionale di questa saga viene proposta dal coautore Randy Stradley nel lontano 1983. A quel tempo Randy lavorava come sceneggiatore per la serie Star Wars della Marvel e, dopo i primi successi, si lanciò nella scrittura di una storia in cui Luke Skywalker veniva braccato dalle Guardie Reali. La Lucasfim però bocciò questa proposta  perché non era interessata a storie con le minacciose e misteriose guardie. Quindici anni dopo, Stradley è l’editor principale della linea di Star Wars pubblicata dalla Magic Press e ripropone la sua idea iniziale al suo editore Mike Richardson. L’universo fumettistico di Star Wars si stava espandendo soprattuto nel passato con Tales of the Jedi oppure si concentrava sui caccia monoposto della serie Ala-X: Squadriglia Rogue ma riguardo al post-Endor non c’erano stati ulteriori sviluppi rispetto a Dark Empire e anzi quel periodo era specialmente coperto da romanzi e non da fumetti.

La scelta della Dark Horse Comics è dunque quella di concentrarsi su personaggi inediti ed originali, ed è proprio quello che fanno con L’Impero Cremisi.

Trama: come al solito, inquadriamo a grandi linee la trama della vicenda. Nell’universo Legends l’Imperatore Palpatine non è veramente morto alla fine de Il Ritorno dello Jedi, ma aveva fatto costruire una scorta di cloni in cui trasferire la sua essenza. Dopo la definitiva morte dell’Imperatore Palpatine (e del sabotaggio di tutti i suoi cloni), i membri della Guardia Reale vengono traditi da uno dei loro stessi compagni, Carnor Jax, che aspira al trono imperiale e per questo era stato lui il sabotatore dei corpi clonati di Palpatine. Solo Kir Kanos riesce a fugire all’imboscata e giura vendetta contro i traditori del suo defunto signore: questo giuramento lo porterà a lasciare una scia di sangue da un angolo all’altro della Galassia.

Lungo la strada, Kanos si ritroverà ad allearsi con i nemici del passato, i Ribelli; assumerà la falsa identità di un temuto cacciatore di taglie, Kenix Kil, e si infiltrerà nel cuore della vasta organizzazione criminale del Sole Nero; abbatterà ben due governi imperiali e finalmente si metterà sulle tracce di Luke Skywalker, Leia Organa Solo e suo marito Han.

Kenix Kil, l’identità da cacciatore di taglie che Kanos assume per sfuggire all’Impero.

Le conseguenze del piano di vendetta di Kanos non finiscono però qui, dal momento che il comandante della Nuova Repubblica Mirith Sinn vede in lui il bersaglio della sua personale vendetta. Che dire, poi, dei loschi disegni che la misteriosa setta imperiale ha architettato contro il più leale difensore di Palpatine? La vendetta basterà ad appagarlo?

Cosa mi è piaciuto?

La storia e i personaggi principali: una vendetta alla Kill Bill, che si dipana a partire da singole persone fino a coprire l’intero Consiglio Imperiale ad Interim. Una storia fosca e violenta, in cui le uniche tracce di misticismo sono riservate al primo antagonista Carnor Jax; è una storia che si ispira dichiratamente alle epopee dei ronin e dei samurai giapponesi; una storia in cui anche gli eroi hanno delle motivazioni non pure e i loro lati oscuri. La vicenda si sviluppa come una spirale, che si apre fino a toccare elementi di proporzione galattica, trame politiche occulte, nuovi avversari e vecchi ritorni. Anche il personaggio di Kanos è veramente riuscito, un guerriero tutto d’un pezzo, leale fino alla fine, un guerriero d’altri tempi a cui dedicherò al più presto un #PersonaggiStellari per approfondire meglio. Kanos non è però l’unico personaggio che risalta perché anche Mirith Sinn ha notevole spessore, una psicologia complessa e un modo di agire molto ben studiato.

I disegni e i colori: un tratto soprendentemente fotorealistico, ricco di dettagli negli oggetti e ancora di più nelle espressioni dei volti umani e alieni. I colori sono molto vividi e sufficientemente varieati. A parte ne L’Impero perduto, in ogni tavola ci sono elementi di rosso, il colore dominante di tutta la trilogia, o addirittura ci sono tavole in cui il colore rosso traspare maggiormente.

L’edizione: per quanto trovi un po’ scomodi i grossi Omnibus con sovracopertina (che tendo sempre a togliere per evitare di rovinarla), l’edizione de La saga dell’Impero Cremisi mi ha piacevolmente sopreso. La carta è lucida e solida al tatto, la rilegatura ottima, l’aggiunta de Impero Cremisi: La Guida (oltre alle altre storie one-shot su Kenix Kil) impreziosisce ancora di più il volume con delle interessanti pagine in cui vengono aggiunti numerosi dettagli su personaggi (principali e non), organizzazioni e astronavi.

Cosa non mi è piaciuto?

L’introduzione di alcuni personaggi: diversi personaggi che compaiono nella trilogia potrebbero essere sconosciuti a chi legge solo i fumetti di Star Wars e non anche i romanzi. Ad esempio, in L’Impero Perduto l’Ammiraglio Pellaeon svolge un ruolo mediamente importante, ma solo chi ha letto la Trilogia di Thrawn lo riconoscerà. Anche l’enigmatica figura di Nom Anor, che ha un ruolo fondamentale nella vicenda de Il Consiglio di Sangue è solo un seme di quello che sarà poi l’arco narrativo dell’invasione extragalattica degli Yuuzhan Vong (sviluppata principalmente nei romanzi della serie del New Jedi Order e con un prequel a fumetti, la serie Invasione pubblicata dalla Panini Comics sul mensile Legends).

La traduzione: “Super Distruttore Stellare”. E ho detto tutto. Oltre a questi scivoloni c’è anche una disuniformità nella traduzione: ad esempio i nomi dei Solo sono rimasti Leila e Ian come nella traduzione della Trilogia Originale, ma si fa riferimento ad un droide astromeccanico pressoché identico a R2-D2 con “unità R2” e non “unità C1”.

La copertina cartonata: non tanto per l’essere cartonata che va benissimo, quanto per l’enorme simbolo dell’Alleanza Ribelle che, grigio in campo nero, si staglia non appena si toglie la sovracopertina. Per questo volume mi apettavo quanto meno il logo dell’Impero.

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VOTO TOTALE: 9

Sulla mia Pagina Facebook potete vedere il video dell’unboxing, una sorpresa che ho deciso di fare e che riproporrò più avanti per qualche oggetto speciale.

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